Lo scorso 3 dicembre 2019 il lieve scroscio dell’acqua di Fontana di Trevi ha accompagnato l’intera giornata di studi “Arte e tecnologia per l’accessibilità. Tradurre la pittura: incisioni e quadri tattili” e la mostra “Con tatto e con vista”, entrambe curate da Simonetta Baroni e Federica Bertini presso l’Istituto centrale per la grafica di Roma.
L’intero evento è derivato da un progetto che risale al 2016 e di cui sono autori Carmelo Occhipinti, Federica Bertini e
Alessandro Marianantoni. Si tratta della mostra di quadri tattili scelti tra i capolavori pittorici descritti dal medico e appassionato d’arte Francesco Scannelli nel suo Microcosmo della Pittura – studiato da Eliana Monaca – pubblicato nel 1657: “Raffaello, Correggio, Caravaggio: un’esperienza tattile. Sulle orme di Scannelli” allestita nel Palazzo Rospigliosi di Zagarolo. Tra i capolavori tradotti in bassorilievo troviamo: il Profeta Isaia di Raffello, la Maddalena Penitente e laMadonna dei Pellegrini di Caravaggio, e il Compianto sul Cristo morto di Correggio. Tre di essi – ad esclusione della Maddalena – sono stati riproposti in occasione della mostra “Con tatto e con vista”, allestita al pianterreno dell’Istituto, assieme alle pregiate stampe che riproducono gli stessi soggetti pittorici: Il profeta Isaia di Hendrick Goltzius del 1592, La Deposizione dalla Croce di Simon François Ravenet il Giovane del 1780 circa e La Madonna di Loreto o Madonna dei Pellegrini da Caravaggio di Lucas Vorsterman del 1624.
Così concepito, il percorso espositivo ha permesso alle opere di dialogare e al visitatore di riflettere sull’evoluzione delletecniche di riproduzione: da quella più tradizionale a stampa a quella più moderna e tecnologica come la stampa 3D utilizzata per la restituzione dei quadri tattili.
Si è trattato soprattutto di un’occasione per riflettere sull’importanza dell’evoluzione delle tecniche e delle tecnologie nell’arte, soprattutto in termini di accessibilità.
Oltre a poter toccare le tavole tattili, tutte le opere, anche quelle incisorie, sono state corredate da descrizioni e da sussidi esplicativi in Braille, realizzati grazie al lavoro del Centro Regionale S. Alessio Margherita di Savoia per i Ciechi, che ha messo a disposizione anche il suo personale per le visite guidate che si sono svolte durante tutto l’evento.
Il convegno è stato aperto dai saluti della direttrice dell’Istituto centrale per la grafica, Maria Cristina Misiti, che ha poi introdotto gli esponenti dell’Università di Roma “Tor Vergata”, dell’Istituto Centrale per la Grafica, del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, del Ministero per i beni, le attività culturali e per il turismo, e del Centro Regionale S. Alessio Margherita di Savoia per i Ciechi.
Ad illustrare il senso della giornata e della mostra sono stati gli interventi di Patrizia De socio (Miur), di Carmelo Occhipinti, Simonetta Baroni, Federica Bertini, Gabriella Bocconi e Isabella Rossi.
La mostra e la giornata hanno invitato i presenti a riflettere sulle tematiche relative alla percezione tattile dell’opera d’arte, rintracciandone, attraverso gli studi e le testimonianze anche i precedenti storici. Proprio Carmelo Occhipinti, docente dell’Università degli studi di Roma “Tor Vergata” in diversi saggi, tra cui l’ultimo del 2019 intitolato “Tattilità, visione aptica e, critica d’arte e storia”, ha fornito un approfondimento sull’importante discussione sul «paragone» tra le arti che, a partire da Leonardo, si è protratto nei secoli sino a rianimarsi anche in tempi più recenti. Su uno degli argomenti trattati nel saggio di Occhipinti si è poi soffermata Federica Bertini proponendo una rilettura critica della Lettera sui ciechi di Denis Diderot, pubblicata nella prima versione nel 1749.
Simonetta Baroni si è invece soffermata sui processi interpretativi che sono alla base dell’opera d’arte, introducendo anche la funzione della scheda descrittiva, soprattutto delle opere tattili in mostra.
La prima sezione è stata dedicata agli approfondimenti sui temi dell’accessibilità grazie alla partecipazione degli esperti del Miur, tra cui Patrizia De Socio che ha seguito il progetto dal 2016, del MiBACT, come la già direttrice dell’Istituto centrale per la grafica Maria Antonella Fusco, del Museo Tattile Anteros di Bologna, con Loretta Secchi, e del Museo Tattile Statale Omero di Ancona, con Cristiana Carlini.
La seconda sezione ha portato alla luce invece alcuni progetti nei quali l’utilizzo di alcune tecnologie, soprattutto quelle rivolte alla multisensorialità, ha assunto un compito importante nell’allestimento dei percorsi espositivi, introducendo unconcetto di accessibilità culturale che pone al centro le capacità percettive e sensoriali del pubblico.
La terza e ultima parte ha rappresentato un momento di confronto tra alcune realtà che hanno operato nel campo dell’accessibilità dei luoghi di cultura a Roma, tra cui l’esperienza del Museo Nazionale Romano e di associazioni come Museum e Sinopie. Si è trattato dell’inizio di un programma di ricognizione sugli enti pubblici e sulle associazioni private utile a migliorare il lavoro comune.
Federico Cinquepalmi a capo della Direzione generale per lo studente, lo sviluppo e l’internazionalizzazione della formazione superiore presso il Miur ha sottolineato l’importanza delle tematiche di questa giornata ponendole in relazione con gli impegni dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile (SDGs) i cui elementi essenziali sono i 17 obiettivi. In particolare ha ricordato l’obiettivo di offrire un’educazione di qualità, inclusiva e paritaria, e di promuovere le opportunità di apprendimento che devono essere garantite a tutti per la vita.
Amedeo Piva, direttore del Centro Regionale Sant’Alessio Margherita di Savoia per i Ciechi, ha ricordato ai presenti che gli strumenti come i quadri tattili debbano essere considerati un’opportunità per ripensare non solo lo spazio museale ma anche la didattica.
Loretta Secchi, del Museo Tattile Anteros, ha illustrato ai presenti le funzioni cognitive dell’educazione estetica in relazione alla presenza di minorazione visiva.
Cristina Carlini, rappresentante del Museo Tattile Statale Omero, ha condiviso alcune esperienze che ha curato per il Museo Tattile Statale Omero tra cui “Michelangelo per tutti” presso la Chiesa di San Pietro in Vincoli dove è stata collocata una riproduzione tattile dell’opera del Buonarroti proprio difronte al suo originale scultoreo. Si tratta di un esempio che ci spinge a riflettere sulle possibilità di offrire una visione differente della disabilità che fa riferimento al modello ICF-CY – International Classification of Functioning, Dasability and Health – Children & Youth Version – per il quale il contesto può diventare un facilitatore e compensare di eventuali difficoltà. In tale direzione si è mosso anche l’intervento di Ivana Bruno, docente presso l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, che ha coordinato il progetto “Museo Facile” all’interno del Museo Archeologico della città, allestendo un sistema di comunicazione integrata, dinamica e comprensibile da fasce di pubblico diversificate. Un’esperienza di particolare interesse è stata poi quella realizzata della Professoressa Annamaria Curatola dell’Università di Messina, il suo progetto “EMOZIONARTI” ha proposto un’esperienza immersiva dell’opera d’arte in un sentire che passa dalla pelle per arrivare a smuovere i sensi più profondi del pubblico. L’Università telematica San Raffaele di Roma ha invece fornito stimoli e proposte progettuali anche legate al un museo virtuale.
Lo scopo della giornata, più volte ribadito dai curatori, è stato quello di fornire stimoli e soprattutto di stabilire delle connessioni tra le realtà che stanno muovendosi sul territorio. Essa si è rivolta non solo agli esperti ma soprattutto agli studenti delle scuole, delle università e delle accademie, a chi opera nel settore della cultura e nel sociale. Più volte è stato ribadito durante gli interventi che un ruolo fondamentale è ricoperto dalla scuola, perché il cambiamento avviene sempre all’interno dei luoghi di formazione, dove si educa lo studente che prima di tutto è un cittadino e come tale deve essere “attivo” all’interno della società. Per tale motivo la presenza degli esponenti delle università, ma soprattutto del Miur e del Mibact, ha rappresentato un segnale importante per i presenti. Anche i musei e i luoghi di cultura devono divenire luogi di incontro, pronti ad accogliere le diversità e a farne un punto di forza.